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Trump: il populismo è diventato Presidente americano

Trump. Si scrive presidente americano e si legge populismo ovvero l’esaltazione della demagogia. Come blog abbiamo seguito con impazienza le sue parole. In molti si aspettavano parole di unità, altri si aspettavano un nuovo Reegan. Tutti delusi. Trump è Trump ed ha pronunciato un discorso simile a quelli pronunciati durante le primarie e in campagna elettorale. Populismo puro ed inno alla demagogia. Un discorso di pancia.

L’America che ha a lungo conquistato il mondo con la globalizzazione, che ha guidato la lotta al terrorismo ed al mercato globale, che è stato esempio nell’integrazione, ora fa marcia indietro e si rinchiude in sé stessa. Quasi si stesse ritornando agli anni ’60. Protezionismo, esaltazione dell’americaneità, lotta all’immigrazione, barriere a difesa dei confini, ecc. Il faro del mondo non c’è più. Questo è Trump, eclettico e originale, a tratti imbarazzante, presidente degli Stati Uniti di America.

Trump, America first

“E’il vostro paese” ha detto sul palco di Capitol Hill, allestito per l’occasione, Donald Trump.

“Da oggi in poi una nuova visione governerà gli Usa. Un messaggio: l’America prima di tutto. Di ogni decisione, – ha detto il presidente americano – su commercio, fisco, esteri, dovranno beneficiare i lavoratori degli Stati Uniti. Dovremo difendere gli interessi degli Usa dalla razzia di altre imprese. Questa tutela porterà prosperità e forza e io combatterò con ogni respiro per questo obiettivo, non vi deluderò. L’America riprenderà a vincere come mai prima. Riporteremo l’occupazione e i nostri confini, torneremo a sognare. Costruiremo nuove autostrade, ponti, stazioni ferroviarie in tutta la nostra grandiosa Nazione. Porteremo le persone fuori dalla disoccupazione. Con due regole semplici: assumi americani, compra prodotti americani. Cercheremo buoni rapporti con gli altri, ma solo nell’interesse nazionale. Vogliamo essere d’esempio per tutti. Vogliamo rafforzare le alleanze e porci contro il terrorismo islamico, per sradicarlo dalla faccia della terra”.
Chi si aspettava un discorso da statista, è rimasto deluso. Un autarchia degna del migliore periodo post bellico. “America and American first”. Si può riassumere con questa frase il trump-pensiero.

“Quando si apre il cuore al patriottismo non c’è spazio al terrorismo”. Sembra una frase fatta ma è stata pronunciata dal presidente americano. Nessuna ricetta per vincere il terrorismo ma una vera e propria guerra all’Islam prima ancora che all’Isis. Ed in alcuni tratti questo approccio non può che essere l’anticamera di una guerra, lunga e dal futuro incerto.

Un passo indietro verso le relazioni internazionali a scapito dell’Europa che, già dalle prime dichiarazioni, non è l’alleato prediletto di Donald. Ma grande apertura alla Russia di Putin. La stessa degli hackeraggi.

Dopo queste premesse non c’è che dire “Che Dio benedica l’America e gli americani”

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